Per questo compleanno avevo in mente una torta a tre strati. Tipo questa, ma con il sapore del miele e del limone, come una primavera tra i gelsomini. A volte, però, – anzi, piuttosto spesso – le cose non prendono l’esatta piega che il ferro da stiro vorrebbe, ma si stiracchiano e stropicciano. E così la glassa non si addensa, cola ovunque tranne che sulla torta, e l’ultimo strato collassa, rompendosi in quattro e assumendo l’aspetto di un immenso blob, tipo una colata lavica in Islanda. Capita. Non nascondo che lì in mezzo ci siano state urla e strepiti, ma alla fine non resta che prendere la torta, ridurla in pezzetti, metterla in una teglia di dimensioni cosmiche, ricoprirla di glassa, riempirla di candeline sbilenche e offrirla a amici e parenti comprensivi che si fidino nonostante l’aspetto precario. Certo, magari questa volta niente Instagram, perché si sa, i social vogliono solo il lato bello della medaglia.